Digital marketing per brand di beauty, cosmetica e benessere

No company is too small to participate

Gli scenari post Covid non sono rosei, per tutti i marchi che si occupano di beauty, cosmetica e benessere: una ricerca di McKinsey, che ha esplorato nove scenari per l’economia del futuro, stima che i ricavi globali dell’industria della bellezza potrebbero scendere fino al 30% a fine 2020.

We see enormous energy invested in suppressing the virus, while many urge even faster and more rigorous measures. We also see enormous energy go into stabilizing the economy through public-policy responses. However, to avoid permanent damage to our livelihoods, we need to find ways to “timebox” this event: we must think about how to suppress the virus and shorten the duration of the economic shock (Exhibit 1). And we must do both now!

Fonte: McKinsey
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Cosa è cambiato nei consumi, rispetto all’industria del beauty?

Con l’uso delle mascherine, le abitudini del makeup sono cambiate: ci si trucca meno, ma si usano più prodotti per prendersi cura della pelle, dei capelli, delle unghie e delle mani. DPI e igienizzanti, evidentemente, portano con sé problemi correlati, per cui occorre prendersi cura della propria cute in modo differente.

Salgono i consumi nel settore lifestyle e self care: le persone investono più soldi per trattamenti di bellezza casalinghi e anche per rendere più bella e più ‘sana’ casa propria.

Secondo i dati di Zalando, le vendite di candele e prodotti per aromaterapia sono aumentate, così come i prodotti per la cura di mani, unghie, capelli e cute – con un incremento del 300%.
Calano invece del 55% gli acquisti di cosmetici, e 75% quelli dei profumi.

5 idee pratiche di digital marketing per beauty brand, da mettere subito in pratica

Come possiamo sfruttare queste informazioni per salvare la nostra attività, ma soprattutto aiutare le persone nella cura di sé, in modo veramente efficace e utile?

Di seguito 5 idee pratiche di marketing digitale per il beauty.

1. Raccontiamo il prodotto reale, senza promettere miracoli

Le persone vogliono il miracolo, ma la delusione che ottengono nello scoprire che quella crema non elimina la cellulite, quanto ci può costare?

In questo è maestra Cristina Fogazzi, aka Estetista Cinica, che ha insegnato al mondo del beauty a fatturare, pur mantenendo etica e integrità morale. Cristina parla sempre chiaramente: non si fa scrupoli a dire alle persone di NON acquistare i suoi prodotti, quando non ne hanno bisogno.

È quando l’emergenza Covid-19 ha imposto il lockdown, però, che arriva il vero “salto”: come tutti nel settore beauty, Fogazzi ha chiuso vetrine e centri, ma non si è fermata. Ha spostato il suo lavoro in Rete con iniziative per intrattenere e fidelizzare i suoi follower, circa 602mila: dirette, suggerimenti per combattere la cellulite da quarantena, aperitivi virtuali, ma soprattutto consulenze on line private e molta beneficenza. Risultato: le sue vendite sono andate alle stelle.

Fonte: D.Repubblica

Questa trasparenza vince sempre: se il vostro è un buon prodotto, non serve promettere miracoli, ma parlarne con realismo. Quali sono i reali benefici, i vantaggi raggiungibili se lo si usa con costanza.

Se il prodotto può essere migliorato: miglioriamolo. E coinvolgiamo la community per renderlo il prodotto migliore possibile.

2. Ricerchiamo le tendenze e coinvolgiamo la community

Il coinvolgimento delle community è sempre una buona idea, se lo vediamo non solo dal punto di vista del marketing, ma soprattutto dal punto di vista della relazione.

Il Covid ci ha insegnato che le persone vogliono essere coinvolte nelle scelte che le riguardano: vogliono poter esprimere la loro opinione, lasciare un feedback, interagire.
Sentirsi parte di qualcosa.

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Per chi vuole diventare Social Media Strategist e Manager freelance, ma anche per arricchire il proprio skillset e magari entrare a lavorare in un’azienda.

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Per il coinvolgimento delle persone, possiamo utilizzare vari metodi ‘crowd-led’: per esempio la creazione di panel o l’individuazione di clienti tester, la realizzazione di sondaggi online, la semplificazione delle recensioni, per sollecitare maggiori feedback dalla community.

Importante ascoltare la community per identificare i nuovi trend, per comprendere quali sono le tendenze emergenti tra Millenials e generazione Z.
Prima fra tutte il senso di appartenenza e coinvolgimento: i giovani desiderano relazioni attive con i brand, desiderano interazioni significative e attive.

Obiettivo: che gli influencer – o meglio ancora i nano influencer – diventino i nostri brand advocates. Clienti fidelizzati che volontariamente si fanno promotori del brand, attraverso un passaparola genuino.

Chiediamoci: noi come stiamo raccontando la nostra affidabilità a queste persone e come le stiamo coinvolgendo?

Lavoriamo su feedback e recensioni.
Se veramente il nostro prodotto o servizio è utile, è ben fatto e ha un valore intrinseco, allora chiediamo l’aiuto delle persone per renderlo sempre migliore!

Possiamo creare contenuti interattivi, chiedere opinioni alle persone attraverso le storie di Instagram, stimolare le recensioni sul sito, ma anche organizzare un panel di nuovi consumatori, proprio con lo scopo di offrire il miglior prodotto possibile.

3. Puntiamo su sostenibilità e cure di bellezza fai da te

I consumatori stanno diventano sempre più consapevoli nelle loro scelte di acquisto.
E questo è un bene. Un bene per il Pianeta, ma anche per i piccoli brand artigianali che producono prodotti straordinari, soprattutto Made in Italy.

Una grandissima opportunità di sbaragliare la concorrenza di Amazon e dei grandi colossi che no, non moriranno mai, è prenderci tutto lo spazio utile per stringere relazioni con clienti consapevoli, che ormai non sono più solo una piccola nicchia, ma post Covid stanno iniziando a crescere di numero.

Questo significa che, innanzitutto, dobbiamo creare prodotti eccellenti.
Dobbiamo in seconda battuta saperli comunicare, imparando a stringere relazioni significative e profonde con la nostra community di riferimento.
Infine dobbiamo concentrarci sul tema della sostenibilità ambientale: cosa stiamo facendo per implementare soluzioni più green in tutti gli aspetti del nostro lavoro?

Le campagne ‘conscious’ della cosmesi di massa e del fast fashion sono un’evidente e gigantesca operazione di greenwashing.

Ed è proprio qui che noi possiamo fare la differenza, adottando modelli virtuosi di sostenibilità:

  • nell’approvvigionamento delle materie prime
  • nella durabilità dei prodotti
  • nel processo di produzione
  • nel processo di spedizione
  • nel packaging

Magari le persone compreranno sempre meno in negozi generalisti, ma non smetteranno di volersi bene, prendersi cura di sé – fisicamente e mentalmente.
Possiamo dunque lavorare a prodotti e servizi che siano facilmente fruibili da casa e fare in modo che il campo della bellezza fai da te trovi nuove energie e nuove idee.

Con la vendita online e le attività sui social, potremo raggiungere quante più persone possibili, per permettere loro di vivere in una casa accogliente come una spa, dove si può trovare un’armonia profonda con sé e con il mondo circostante, anche grazie a prodotti veri, utili e sostenibili che creino un benessere tangibile.

4. Sfruttiamo il potenziale del content marketing, creando contenuti di valore

I contenuti non moriranno mai, almeno finché esisterà Google.

Il content marketing è un’attività strategica che ci permette di creare e distribuire contenuti di valore riguardanti il nostro brand, con lo scopo di convogliare traffico sui nostri canali (sito e social) e acquisire nuovi clienti e follower.

Content is where I expect much of the real money will be made on the Internet, just as it was in broadcasting.
The television revolution that began half a century ago spawned a number of industries, including the manufacturing of TV sets, but the long-term winners were those who used the medium to deliver information and entertainment.
When it comes to an interactive network such as the Internet, the definition of “content” becomes very wide. For example, computer software is a form of content-an extremely important one, and the one that for Microsoft will remain by far the most important.
But the broad opportunities for most companies involve supplying information or entertainment. No company is too small to participate.

Bill Gates, January 1996, essay titled “Content is King”

Per prima cosa, quindi, dobbiamo avere un brand: lavorare sulla brand identity, sui valori e sugli obiettivi del nostro marchio, sul tipo di tono di voce e comunicazione, sarà sempre più importante. Parole chiave: pertinenza, autorevolezza, veridicità, originalità e coinvolgimento.

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Come possiamo distribuire contenuti di valore?

  • creare newsletter che rappresentino veri e propri prodotti editoriali, non solo per veicolare sconti e promozioni
  • creare video tutorial per utilizzare i nostri prodotti al meglio
  • coinvolgere gli influencer del settore per comunicare con nicchie specifiche e community molto coinvolte

5. Attiriamo i clienti fino ad ora dimenticati (o addirittura disprezzati) dal mercato italiano

Anche i maschi si truccano e si prendono cura di sé con trattamenti di bellezza e benessere.
Non escludiamoli dalla conversazione, perché la boy beauty sta crescendo e il mercato è in fermento.

C’è una nuova generazione di ragazzi che affronta la mascolinità in modo non tossico, molto diverso dalla precedente generazione: ascoltiamoli, facciamoci guidare anche dalle loro esigenze, diamo ai giovani l’opportunità di essere rappresentati e di essere scelti.

Non dimentichiamoci nemmeno delle persone di genere neutro, né di tutta la comunità LGBTQI+: queste persone – che non possiamo e non dobbiamo vedere solo come ‘clienti’ e come ‘target – stanno cambiando la cultura italiana.

Chiediamoci: quali sono i loro riferimenti culturali? Come possiamo offrire a queste persone i prodotti migliori, rispettandole profondamente in tutto?

Infine i grandi assenti del mondo beauty italiano: persone nere e POC, che spesso non vengono neppure rappresentate nei media e nelle pubblicità.

Fateci caso: spesso anche nei brand beauty più mainstream, non si trovano fondotinta, né palette adatte a tutti i tipi di carnagione. Per non parlare dei prodotti per la pelle e per i capelli: perché non valorizzare le differenze di ciascun essere umano, invece che produrre prodotti beauty troppo standard?

Dovremo imparare a comunicare meglio e diversamente, a essere più inclusivi non solo con i prodotti che inventiamo e immettiamo sul mercato (ed è il minimo!), ma anche nel modo di comunicare: fotografie, linguaggio, rappresentazione.

Credit: Giphy

Il mondo è un posto bellissimo, con una straordinaria varietà di esseri umani: allarghiamo i nostri orizzonti e impariamo gli uni dagli altri. Questo è il potere della libertà, della condivisione e dell’uguaglianza.

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