Il settore moda post Covid è fortemente in crisi: molti equilibri sono cambiati, eppure le persone non hanno smesso di comprare. Le persone hanno cambiato i modi e i luoghi di comprare, ovvero le loro abitudini di acquisto.
Ed è qui che nuove strategie di marketing digitale per brand fashion e moda possono essere veramente utili.
Tre i fatti principali che si sono verificati nel campo moda e fashion durante il Covid:
- i grandi marchi del fast fashion sono andati in sofferenza: il calo di vendite ha portato alla chiusura di diversi punti vendita tradizionali, soprattutto nel centro delle grandi città
- i grandi brand di alta moda hanno iniziato una riflessione sulle priorità della moda, la quale aveva iniziato il suo declino ripercorrendo la strada del fast fashion, con cicli di produzione continua che hanno finito per strozzare il mercato (storica la lettera di Armani sui giornali)
- i piccoli artigiani hanno aumentato i fatturati in lockdown: moltissimi piccoli brand moda e fashion hanno saputo valorizzarsi online rapidamente, consolidando la propria reputazione
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L’artigianato italiano durante il Covid: una crescita importante
In italia la community dell’artigianato è florida e composta da piccoli brand estremamente innovativi, che producono pezzi unici e qualitativamente straordinari. Questo è stato il primo motivo di successo degli artigiani in lockdown.
Molti di questi artigiani, a differenza dei grandi brand del lusso, sono abbastanza piccoli da poter far fronte rapidamente ai cambiamenti.
Cambiare assetto aziendale, cambiare velocemente sistema di approvvigionamento, produzione, spedizione e modalità di contatto con i clienti: è un’operazione agile, quando si è abbastanza piccoli.
Non ha senso che una mia giacca, o un mio tailleur vivano in negozio per tre settimane, diventino immediatamente obsoleti, e vengano sostituiti da merce nuova, che non è poi troppo diversa da quella che l’ha preceduta.
Giorgio Armani
Ho sempre creduto in un’idea di eleganza senza tempo, nella realizzazione di capi d’abbigliamento che suggeriscano un unico modo di acquistarli: che durino nel tempo.
Per lo stesso motivo trovo assurdo che durante il pieno inverno, in boutique, ci siano i vestiti di lino e durante l’estate i cappotti di alpaca, questo per il semplice motivo che il desiderio d’acquisto debba essere soddisfatto nell’immediato.
Chi acquista i vestiti per metterli dentro un armadio aspettando la stagione giusta per indossarli? Nessuno, o pochi, io credo.
Ma questo sistema, spinto dai department store, è diventata la mentalità dominante.
Sbagliato, bisogna cambiare, questa storia deve finire.
Questa crisi è una meravigliosa opportunità per rallentare tutto, per riallineare tutto, per disegnare un orizzonte più autentico e vero.
Un ulteriore punto fondamentale, da non sottovalutare, è che il Covid ha scombinato la vita delle persone, le quali, ad un certo punto, hanno iniziato a interrogarsi sulla propria vita.
Molte persone hanno realizzato di voler cambiare stile di vita: maggiore attenzione verso la sostenibilità e la crisi climatica, maggiore desiderio di tempo libero, desiderio di essere considerati come persone e non solo consumatori.
Questa crisi è anche una meravigliosa opportunità per ridare valore all’autenticità: basta con la moda come gioco di comunicazione, basta con le sfilate in giro per il mondo, al solo scopo di presentare idee blande.
Giorgio Armani
Basta intrattenere con spettacoli grandiosi che oggi si rivelano per quel che sono: inappropriati, e voglio dire anche volgari.
Basta con le sfilate in tutto il mondo, fatte tramite i viaggi che inquinano.
Basta con gli sprechi di denaro per gli show: sono solo pennellate di smalto apposte sopra il nulla.
Il momento che stiamo attraversando è turbolento, ma ci offre la possibilità, unica davvero, di aggiustare quello che non va, di togliere il superfluo, di ritrovare una dimensione più umana… Questa è forse la più importante lezione di questa crisi.
Quando a Giugno 2020 il Sindaco di Milano, Beppe Sala, ha dichiarato: «Lo smart working? Grande occasione: ma è tempo di riprenderci la vita», molte persone si sono sentite toccate.
Durante lo smart working le persone hanno lavorato duramente e, guarda un po’, si sono anche rese conto che ‘la vita di prima’ non era sostenibile: prendere due treni in un giorno per una riunione di mezz’ora in un’altra città, restare in ufficio fino alle otto di sera per dimostrare la fedeltà al proprio capo, trascorrere dieci ore in ufficio per fare un lavoro… che potrebbe essere svolto da casa. Era davvero la vita che desideravano?
Essere ‘richiamati al lavoro’ perché bisogna sostenere l’economia tradizionale della città:
Una città, resa fantasma, è un incubo inaccettabile.
Beppe Sala
Tornare a circolare, ad andare in ufficio o sul luogo di lavoro, riprendere la vita vivente: ho inteso dire questo.
Uffici, servizi, negozi, artigianato, musei, teatri, cinema: con le distanze di sicurezza e le modalità di protezione che sappiamo, possiamo e dobbiamo rioccupare le nostre esistenze con la relazione fisica, a partire da quella nei luoghi in cui lavoriamo.
Uffici, servizi, negozi, artigianato, musei, teatri, cinema e quindi anche lo shopping: il Covid ha dimostrato che, se il tempo è ciò che abbiamo di più prezioso, allora vogliamo trascorrerlo nel migliore dei modi, utilizzando per fare ciò che ci piace, e non solo per ‘consumare’.
Questa grande lezione che il coronavirus ci ha impartito, è anche una potente lezione di marketing: le nostre idee, prodotti e servizi servono realmente alle persone per risolvere problemi e migliorare la loro vita.
Se la vita cambia, chiediamoci come possiamo assecondare questo cambiamento, invece di contrastarlo.
Ecco 3 idee innovative che abbiamo pensato per voi del mondo fashion e moda, per affrontare le sfide future e avere il giusto riconoscimento e successo per il vostro lavoro.
1. Rafforzare la propria identità di brand attraverso la relazione con la community di riferimento
Il Covid ci ha insegnato a scegliere meglio le persone con cui vogliamo passare il nostro tempo.
Ha generato un boom di richieste di divorzio, ma anche la rinascita di tanti grandi amori.
Andavano al liceo insieme, in un piccolissimo paesino in Argentina. Eravamo super amici.
Veronica Spora Benini
Ci siamo ritrovati su facebook e molti anni dopo ci siamo messi insieme e sono andata a vivere in Argentina, o almeno ci ho provato, per stare insieme. Ma non ero più in sintonia culturale, sentivo mancarmi dei pezzi seppur legata visceralmente a quel sole. E allora siamo rientrati insieme, da nomadi sul furgone, in Italia.
Ho catapultato Calo in un universo sconosciuto dove io mi muovevo velocissima e lui cercava di digerire così tante cose insieme.
Calo ha poi trovato lavoro nella sua vera passione, l’asado argentino, e io ho continuato con i miei corsi. Ci siamo separati, abbiamo avuto altre relazioni. Siamo andati avanti per noi stessi.
E poi in quarantena ci siamo ritrovati, da ex, in un appartamento piccolissimo, a passare quelle settimane insieme rispettando i nostri spazi.
E ci siamo resi conto, dopo la riapertura, che volevamo continuare a vivere insieme e che la nostra relazione era cambiata perché eravamo cambiati noi, pur rimanendo dentro l’amore.
Io non ho mai pensato per un secondo di tornare insieme al mio ex secondo marito. Ero felice di avere un’ottima relazione adulta e di rispetto, mi sembrava una cosa così bella che mi son detta: “Cavolo, in effetti se due persone si son volute bene, perché dovrebbero odiarsi alla fine? Perché succede?”
E poi abbiamo parlato di quella sensazione e di quelle domande, e ci siamo detti vediamo come va.
E adesso siamo qui, ognuno coi suoi progetti, come due persone nuove che iniziano una relazione ma con il bel bagaglio di prima.
Io non credo nel vero amore per sempre, io credo in due persone che trovano il modo di continuare ad essere una squadra rispettando l’altro e le sue evoluzioni, quindi la coppia evolve a sua volta come terza entità finché quella terza entità è ricca insieme alle altre due. È un equilibrio da ricalibrare continuamente e no, non è facile.
Abbiamo quasi 44 e 45 anni e un cane, Pippa, che ulula per Calo più che per me e lui non riesce a lasciarla in casa se usciamo una sera. Al prossimo calore speriamo di diventare scherzosamente nonni.
Le famiglie hanno tante forme.
È diventata una questione personale. L’urgenza di trascorrere il tempo con chi amiamo, con quelli che ci fanno stare bene, ci divertono, condividono i nostri stessi valori.
Ecco il primo spunto interessante: metteteci l’amore. La relazione prima di tutto.
Aprite il cuore a chi vi segue, create intimità, inventate un nuovo linguaggio comune, qualcosa che crei senso di appartenenza a una grossa community che è quasi una famiglia (proprio come le ‘galline’ della Spora e le ‘fagiane’ della Cinica, no?).
Lavorate sul personal branding e sulla community come se fosse una questione personale.
Non si tratta più soltanto di definire un target, ma di scegliere le persone umane a cui affidare i propri prodotti e servizi, a cui consegnare l’idea che avete creato con tanta fatica.
Raccontatevi: spiegate la vostra storia, il vostro percorso, le motivazioni profonde che vi hanno spinto a lavorare nella moda in quel particolare modo, i valori che portate avanti.
Siate voi i primi ambassador e influencer di voi stessi.
2. Rinnovare il proprio eCommerce, incentivando l’acquisto da smartphone
Il telefonino ci collega con il mondo esterno: con il telefono ci informiamo, ci emozioniamo, ci relazioniamo con gli altri, ci possiamo persino innamorare (vedi Tinder).
Gli acquisti da smartphone in Italia sono aumentati pazzescamente: circa il 60% degli acquisti online avviene tramite smartphone, mentre il 32,3% da PC o laptop e il 7,6% da tablet.
In base a un sondaggio effettuato da Bilendi per conto di Idealo nel mese di Febbraio 2020, si è visto che l’80% degli acquirenti digitali italiani effettui, in media, almeno un acquisto tramite e-commerce al mese.
I prodotti più acquistati in rete dagli italiani: elettronica (74,9%), moda e accessori (64,4%), con le sneakers in particolare (57,5%), sono le categorie merceologiche più cercate online dagli Italiani.
Le persone non solo acquistano da smartphone, ma attraverso il telefonino leggono opinioni, si informano, valutano i prodotti, per scegliere il meglio.
L’indagine demografica effettuata da Bilendi a Febbraio 2020 ha rivelato come il 95% degli e-consumer italiani legge spesso test o guide all’acquisto. Il 92%, invece, legge spesso recensioni e opinioni di altri utenti.
Ecco il secondo punto interessante: lavorate sul vostro eCommerce in modo da realizzare dei veri e propri editoriali di moda, in cui rappresentate il prodotto nel suo uso reale e quotidiano.
Potete ad esempio coinvolgere le vostre clienti, invitandole a inviarvi fotografie da pubblicare negli editoriali, o lavorare con le influencer per mostrare abiti e accessori indossati, nelle combinazioni interessanti della moda street style.
Non abbiate paura di mostrare abbinamenti originali: ispirate le persone a indossare i vostri prodotti inventando nuove combinazioni d’uso.
3. Adottare una strategia omni channel: experience in negozio, acquisto online
Il Covid ha da una parte annullato le distanze, spingendo le persone ad acquistare online, ma anche riportandole nei loro negozi fisici ‘del cuore’. Alla fine del lockdown, le persone hanno dimostrato di voler partecipare alla vita dei negozi del cuore, per riprendere una sorta di normalità vitale che era tanto mancata.
Un esempio? Le clienti di Betty Concept che hanno sempre comprato online, ma alla riapertura del punto vendita hanno iniziato a prendere l’auto e a raggiungere il negozio da ogni parte d’Italia. Per vivere quella esperienza, quel momento di cura preziosissimo, tutto dedicato a loro. Per provare la soddisfazione di entrare in un camerino e potersi provare un abito, anche con una taglia non conforme.
Ecco il terzo punto interessante: coniugare il mondo online e quello offline, per rafforzare la relazione con le clienti, e aumentare il tasso di fidelizzazione.
Betty ha proposto delle consulenze di stile online: si può prenotare una videocall con lei, ad un costo minimo, per farsi indirizzare sull’abito perfetto per sé. Quel costo, se si decide di acquistare, viene scalato dal conto complessivo: questo è un funnel perfetto!
Da una parte si ottiene una consulenza specializzata, dall’altra un incentivo all’acquisto vero e proprio.
Infine, ultima idea: provate a pensare a una sfilata in live streaming!
Con YouTube oggi potete creare eventi in diretta assolutamente gratis: potete quindi trasmettere il video della vostra nuova collezione, mentre accogliete gli ospiti in chat.
In questo modo potete rispondere alle domande, interagire direttamente e creare un primo contatto.
Ricordatevi ‘il punto dei punti’: le relazioni umane.
Pensate al vostro lavoro non solo come transazione, ma come relazione: vi divertirete di più e avrete sicuramente più successo.