Il Covid ha decisamente messo in ginocchio tutto il comparto turistico: i dati raccolti ad Agosto da Il Post, parlano di cifre impressionanti, che toccano anche il -93% di turismo internazionale.
I dati di luglio del Centro studi di Federalberghi dicono che c’è stato un calo generale delle presenze del 51 per cento (meno 76,4 per cento gli stranieri, meno 24,5 per cento gli italiani). Il fatturato delle strutture che hanno preso parte alla ricerca sarà più che dimezzato rispetto al luglio 2019. Per agosto non ci sono ancora dati, ma le prime impressioni mostrano una situazione migliore nelle aree più interessanti per il turismo italiano estivo (il mare, la campagna prossima al mare per esempio in Puglia e Toscana) e peggiore per esempio nelle più famose città d’arte che d’agosto sono di solito raggiunte soprattutto dagli stranieri.
Fonte: Il Post
Questi dati ci dicono che purtroppo moltissime strutture ricettive chiuderanno o hanno già chiuso, comprese le attività dell’indotto: ristoranti, trasporti privati, negozi turistici, bar.
Le ripercussioni di questa situazione sul mercato del lavoro saranno pesanti: a giugno 2020 sono andati persi 110 mila posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura (meno 58,4 per cento), e per i mesi estivi sono complessivamente a rischio altri 140 mila posti di lavoro temporanei.
È indubbio, dunque, che chiunque si trovi a lavorare nel settore del turismo, dell’accoglienza e della ristorazione, debba attuare un cambiamento immediato, per poter sopravvivere, oltre che prosperare.
Le nuove tendenze del turismo in epoca post Covid
- viaggi ed esperienze di prossimità : destinazioni vicine alla propria provincia di residenza, alla scoperta dei territori della propria regione
- scelta di mete turistiche meno note: si tenderà ad evitare il turismo di massa e a prediligere destinazioni secondarie, soprattutto a contatto con la natura
- decongestione dei mezzi di trasporto: aereo e treno sono sempre meno utilizzati, in favore di trasporti locali e di nuovi mezzi di trasporto, ad esempio utilizzo della bicicletta o del monopattino per visitare i centri cittadini
- sostenibilità : la crisi climatica e il coronavirus, spingeranno le persone a ricercare esperienze più significative, con maggiore impegno verso le tematiche green e ambientali.
Noi vi suggeriamo 3 idee di marketing digitale per la ripartenza post Covid, dedicate al settore del turismo, dell’accoglienza e della ristorazione.
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1. Gli standard dell’accoglienza post Covid
L’accoglienza post Covid è cambiata e ci sono almeno 2 suggerimenti che vogliamo darvi, per rendere memorabile ed efficace il processo di prenotazione e conversione dei vostri clienti.
Procedure di sanificazione: rendiamole trasparenti
Uno dei modi in cui possiamo fare la differenza, soprattutto in epoca di no-mask, è proprio il rispetto delle regole di sicurezza e igienizzazione per rischi da coronavirus.
Importante evidenziare sul sito e sui canali social la sistematicità dei nostri standard di pulizia. Raccontiamo come e quando vengono sanificate la reception, le zone comuni, le camere, gli ascensori, il ristorante.
Spieghiamo come vengono puliti i filtri dell’aria condizionata, quali presidi e DPI vengono utilizzati, quali sono le novità introdotte nel manuale HACCP del nostro locale o albergo.
È importante per le persone sapere di entrare un ambiente sicuro e sentirsi tranquillizzate dalle procedure e dal rigore con cui vengono applicate.
Politiche di cancellazione e rimborso
Altro fattore importante nel post Covid è tranquillizzare i clienti sulle nostre politiche di cancellazione: anche se questo può comportare un ulteriore calo economico, proviamo a pensare a nuove soluzioni.
Innanzitutto, evitiamo di farci pagare tutto in anticipo: questo renderà più semplice gestire una eventuale cancellazione e conseguente rimborso.
Sicuramente sarà apprezzata, dai futuri clienti, la cancellazione delle penali per eventuali disdette. Questo chiaramente porta via soldi, ma può anche servire per incoraggiare le persone a effettuare prenotazioni sul lungo termine.
Ricordiamoci infatti che ciò che fidelizza veramente le persone è la relazione che instauriamo con esse: una relazione che possiamo agire anche e soprattutto sul lungo termine.
2. I vantaggi e le sfide del turismo interno
Gli italiani, dopo la fine del lockdown, si sono improvvisamente resi conto di non aver mai viaggiato in Italia. Molto importante il lavoro svolto da influencer come Chiara Ferragni, Irene Colzi e Giulia Valentina che, in collaborazione con enti del turismo e luoghi della cultura, hanno incentivato il turismo interno.
Chiediamoci, però, i motivi per cui gli italiani non viaggiano in Italia e come possiamo scardinare questo comportamento, visto che la mobilità internazionale è ancora scarsa e lo sarà ancora per lungo tempo.
Chi sono gli italiani che non hanno viaggiato questa estate e non scelgono in Italia?
- commercianti e artigiani: chi ha dovuto chiudere la propria attività nei mesi di lockdown, ha preferito tenere aperto in estate, o comunque non ha avuto budget per regalarsi la classica vacanza estiva
- impiegati e smart worker: molte persone, prima di poter ottenere lo smart working o la cassa integrazione, hanno dovuto consumare tutte le ferie e permessi, non avendo quindi più giorni a disposizione per le vacanze
- cassintegrati e disoccupati: la riduzione del reddito è stata notevole per migliaia di persone che, a causa della crisi economica generata dal Covid, hanno perso il lavoro e di conseguenza il loro potere economico
A questo, si aggiungono anche altri fattori esterni:
- la cancellazione di eventi, concerti e manifestazioni: eventi che prima richiamavano il turismo interno, oggi sono stati sospesi, limitati o spostati online
- minore offerta dell’ospitalità : molti alberghi e strutture ricettive hanno preferito non riaprire, per evitare di sostenere costi elevati a fronte di una minore richiesta di prenotazioni
- la minore capacità dei mezzi di trasporto: treni, aerei e bus subiscono la diminuzione dei posti totali, quindi è più difficile spostarsi da regione a regione
- preoccupazione personale: molte persone hanno paura di ammalarsi e preferiscono la prudenza, soprattutto se hanno già condizioni di fragilità fisica ed economica
«Paradossalmente» scrive Federalberghi «contribuisce al disastro una sorta di circolo vizioso. Mancando la clientela, diversi albergatori preferiscono chiudere e riaprire in tempi migliori; ma con meno hotel a disposizione molti turisti non prenotano e restano a casa». La ricerca di Firenze Convention Bureau dice ad esempio che in città , sul fronte dell’offerta, solo il 40 per cento degli hotel risulta aperto, con un’occupazione media per il mese di agosto del 24 per cento e tariffe inferiori anche del 35 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Infine, un punto importante e non trascurabile: viaggiare in Italia è molto più costoso che viaggiare negli altri Paesi. Le persone si lamentano del fatto che costi meno prenotare quindici giorni di vacanza esclusiva alle Bahamas o in Grecia, piuttosto che prenotare una settimana con affitti privati di scarsa qualità in Puglia o in Toscana.
Questo è davvero un punto su cui possiamo giocarci tutto: ragioniamo sulla nostra offerta e sui modi di renderla conveniente. Un hotel cinque stelle vuoto, nel centro di una Venezia deserta, può continuare ad essere sostenibile ai prezzi di prima?
Quali sono i cambiamenti che possiamo mettere in atto per ridurre i costi e di conseguenza anche l’offerta finale per il cliente?
Qui non si tratta di svendere il lusso, ma di ripensarlo con un nuovo paradigma: da lusso esclusivo, a lusso come esperienza alla portata di più persone. Potrebbe essere un’idea!
3. La centralità dei social e del sito web per il turismo locale
Oggi più che mai, il Covid ci insegna che dobbiamo avere una presenza online radicata, significativa e consolidata.
Alla fine del 2020 abbiamo ancora milioni di attività e imprese che non solo non hanno un sito web, ma non sanno usare nemmeno i social network e non sono attrezzate per ricevere pagamenti online!
Prima di tutto, dunque, attiviamoci per presidiare i social e gli strumenti online che abbiamo a disposizione per il nostri business:
Compriamo il dominio www.nomeattività .it, in modo da proteggere il nostro brand e impedire ad altri di utilizzare il nostro nome, o simili.
Rivendichiamo subito gli account business di Google My Business e Tripadvisor, in modo da poterli gestire, aggiornare e utilizzare per promuoverci.
Presidiamo tutti i social registrando i profili con il nome della nostra attività – indipendentemente da quelli che useremo: anche questa è brand protection.

Potenziamo il nostro sito web con servizi aggiuntivi utili alle persone che facilitino interazione e acquisto: prenotazione online, chat per rispondere velocemente alle domande.
Bellissima sarebbe anche la visita 3D alle camere di un hotel, ad esempio.
Oppure fornire un menu digitale alle persone che si siedono al nostro ristorante, in modo da mantenere il distanziamento fisico.
Con un sito internet nuovo di zecca, dovremo pensare anche alla SEO – il posizionamento sui motori di ricerca. Ve ne parleremo in un altro post! 😉
Marketing digitale per turismo, accoglienza e ristorazione: come potenziare sito web e social
Innanzitutto la presenza social: utilizziamo i social network con costanza, anche avvalendoci di un Social Media Manager esterno, che possa aiutarci nell’impostare la strategia social, tutto l’advertising online e quindi la misurazione dei risultati.
Scegliamo i social in base al nostro target: possiamo registrarci su tutti i social esistenti per presidiarli, ma è utile presenziare solo in quelli davvero usati dal nostro cliente ideale.
Analizziamo il target, per capire dove trovarlo e come comunicare con lui.
Lavoriamo sulla nostra awareness o reputazione.
Possiamo farlo incentivando passaparola e recensioni, in modo che le persone siano invogliate a venire a trovarci perché ‘ne hanno sentito parlare bene’ o perché, informandosi online, hanno potuto leggere feedback entusiasti del nostro lavoro.
Molto importante lavorare sul content marketing: possiamo avviare delle collaborazioni a pagamento commissionando post e articoli a blogger di settore e giornali locali.
Analizziamo bene il mercato locale e utilizziamone gli strumenti – di solito anche piuttosto economici – per entrarvi in contatto.
Possiamo infine lavorare con i travel blogger, per sfruttare le potenzialità dell’influencer marketing: in questo modo potremo avere accesso a community molto specifiche e molto targettizzate, collaborando proprio con chi ha saputo intrattenere relazioni significative con i suoi follower.
Ricordatevi: la parola chiave è sempre RELAZIONE. Se la relazione con il cliente è significativa, avete trovato un amico per tutta la vita.